Home » Il tartufo del deserto, delizia esotica nascosta tra le dune
Conosciuto come figlio del lampo dai beduini, il tartufo del deserto è una gemma rara che emerge dopo le piogge tra le sabbie di Nord Africa e Penisola Arabica. Sebbene abbia poco in comune con i tartufi pregiati italiani, questo fungo ipogeo, chiamato Fagaa, ha un valore culturale e gastronomico unico. Raccolto tradizionalmente durante l’inverno, quando le piogge stimolano la vegetazione del deserto, il tartufo del deserto è particolarmente apprezzato per il suo legame con le tradizioni locali.
Il tartufo del deserto, appartenente al genere Terfezia, si presenta con una forma tondeggiante simile a una patata, con una consistenza soda e un gusto delicato. Diversi tipi di terfezie crescono in Europa, come in Sardegna, ma quelli arabi, come le varietà Arenaris e Leonis, si trovano nelle sabbie vicino a palme da dattero e piante locali. Raggiungono dimensioni considerevoli grazie alla sabbia soffice che non ostacola la loro crescita.
Questo fungo viene spesso preparato stufato o alla griglia, accompagnato da verdure come patate e carote, o servito con salse come la maionese. È anche comune trovarlo nelle tajine di carne, tagliato a fette spesse. Il suo sapore è tenue, ma il fascino sta nella sua rarità e nel richiamo alla tradizione. Il tartufo del deserto ha un posto speciale nelle memorie culinarie degli anziani.
Nonostante il suo valore culturale, il tartufo del deserto è relativamente economico: i prezzi oscillano tra 20 e 30 euro al chilo, a seconda della disponibilità. Tuttavia, la sua raccolta è imprevedibile, con annate abbondanti e altre in cui scarseggia.
Il tartufo del deserto, pur non essendo considerato una prelibatezza internazionale, rappresenta uno dei pochi prodotti autoctoni della regione. Oltre al suo uso alimentare, il fungo racchiude storie di tradizione e memoria, rendendolo un simbolo del legame tra uomo e deserto.
© 2023 Foodando - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: Lumos - Animalsland - Findyourtravel - Nearfuture - Worldculture
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