L’assemblea generale del Consorzio Parmigiano Reggiano, svoltasi al BPER Forum Monzani di Modena, ha approvato il bilancio preventivo 2025 e il nuovo “Piano di regolazione dell’offerta” per il periodo 2026-2031. Con ricavi stimati a 51,54 milioni di euro per il 2025, il Consorzio mira a rafforzare la propria presenza sui mercati internazionali, destinando ben 28,4 milioni di euro a marketing e comunicazione. Questo investimento strategico punta a consolidare il Parmigiano Reggiano come brand globale e a incrementare ulteriormente l’export, che nel 2023 ha rappresentato il 43% delle vendite totali.
Come funziona il Consorzio del Parmigiano Reggiano
Oltre il 60% dei ricavi sarà dedicato a pubblicità su tv, radio, stampa e web, con focus sui mercati esteri. È stata inoltre confermata l’apertura di un ufficio operativo negli Stati Uniti, segnale dell’interesse crescente verso questo mercato. Per la tutela del marchio, sono stati stanziati 300mila euro, in particolare per il monitoraggio nei canali non retail di Europa e USA.
Come tutelare il Parmigiano Reggiano
L’assemblea ha celebrato il decennale dei “Piani di regolazione dell’offerta”, strumenti che hanno garantito stabilità dei prezzi e una crescita media annua della produzione del 2,2%, passando da 3,28 a 4,014 milioni di forme. Le “quote latte Parmigiano Reggiano” hanno inoltre favorito l’ampliamento delle aziende agricole (+70% in dieci anni), migliorando la sostenibilità della filiera.
Chi è il presidente del Parmigiano Reggiano
Il presidente Nicola Bertinelli ha ribadito l’impegno del Consorzio nel promuovere un modello di sviluppo territoriale sostenibile. Con un export in crescita, l’obiettivo è fare del Parmigiano Reggiano un simbolo di eccellenza italiana nel mondo. L’investimento nel marketing e nella lotta alla contraffazione rappresenta una sfida cruciale per garantire qualità e autenticità. Grazie alla sua strategia lungimirante, il Consorzio punta a diventare un esempio globale di tutela agroalimentare, generando benefici economici e sociali per oltre 50mila lavoratori della filiera.
