Il torrone, uno dei dolci principali del periodo natalizio, ha radici antiche e una storia che si intreccia con tradizioni gastronomiche di varie culture. Questo dolce prelibato è diventato un simbolo delle festività grazie alla ricchezza e al valore simbolico dei suoi ingredienti principali: frutta secca, miele, albume e zucchero. La sua preparazione, che risale a secoli fa, utilizzava poche e ottime materie prime, dando vita a uno dei primi dolci mai preparati.
La storia del torrone
L’origine del torrone è legata alle tradizioni romane e sannite, come descritto dagli scritti del letterato Marco Terenzio Varrone nel I secolo a.C. Egli menziona il “cuppedo”, una delizia a base di semi oleosi, miele e albume, che ha dato origine a dolci regionali come la cubaita siciliana. L’intuizione di combinare frutta secca e miele era già presente in epoche antiche, come evidenziato dalle descrizioni di ricette come il “nucatum” di Apicio, un gastronomo romano.
Le tracce del torrone si perdono per alcuni secoli, riemergendo nel XI secolo nel trattato “Libro dei medicinali semplici” di un medico e farmacista arabo a Toledo, in Spagna. Il termine “turòn”, derivato dal latino “torrere” (riferendosi alla tostatura della frutta), indicava un dolce secco mediorientale che gli arabi chiamavano “alajun” o “alfajor”, mentre i cristiani lo conoscevano come “jalba”, antenato del moderno torrone.
Il torrone ha radici spagnole, ma una delle versioni più antiche si trova a Cremona, dove fu servito nel 1441 al banchetto di nozze di Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza. La ricetta araba, arricchita dall’aggiunta di albume, si diffuse probabilmente al Nord attraverso i commerci con l’Oriente e influenze dalla corte siciliana di Federico II.

Le molteplici varianti
Il torrone si presenta in molteplici varianti in diverse regioni e Paesi. A Jijona, in Spagna, è morbido con mandorle tritate e solo miele, mentre ad Alicante è più compatto con frutta intera. In Italia, oltre alle versioni siciliane e calabresi, esistono varianti come quella beneventana con mandorle e nocciole, quella di Caltanissetta con mandorle e pistacchi, e una particolare versione campana preparata il 2 novembre con cioccolato fondente, cremino e frutta secca.
Oltreconfine, il torrone ha assunto interpretazioni uniche. In Perù, si prepara un torrone morbido aromatizzato all’anice, mentre a Porto Rico il “turròn de ajonjolì” è a base di sesamo, cannella e succo di limone. A Cuba, il “torrone de manì” contiene arachidi in una consistenza sia morbida che dura. Nelle Filippine, noto come “cashew”, il torrone somiglia a una pasta di marzapane e anacardi, racchiusa in una cialda bianca. In conclusione, il torrone, con la sua storia ricca e la sua versatilità, ha conquistato il palato di molte culture in tutto il mondo, diventando una delizia amata non solo durante le festività natalizie, ma tutto l’anno.