La Miradiva è una tequila che sta rivoluzionando il mercato che è nata in Messico ma con radici italiane. È, infatti, il frutto dell’intraprendenza di tre giovani imprenditori di Modena: Marco Chiletti, Gianluca Burani e Andrea Rovinalti.
Dove si fa la tequila
Prodotta a Jalisco, nella regione di Amatitán, questa tequila punta a rompere gli schemi del mercato grazie a un mix di innovazione, creatività e design audace. Le bottiglie, realizzate in ceramica messicana con dettagli dorati, si distinguono per uno stile eccentrico e volutamente lontano dalle linee minimaliste dei brand premium tradizionali. Il tappo, che richiama un calice rovesciato, enfatizza ulteriormente la loro unicità.
Chi ha inventato la tequila rose
La gamma di Miradiva comprende quattro referenze: blanco, reposado, anejo e la rivoluzionaria tequila rose, affinata in botti di vino rosso di Borgogna e arricchita con petali di rosa. Questo ultimo prodotto è il fiore all’occhiello del brand e rappresenta appieno la filosofia del marchio: offrire prodotti inediti e sorprendenti.
Cosa c’è dentro la tequila
Dietro le ricette di Miradiva c’è il master distiller Hugo Herenas, noto per un metodo brevettato di cottura dell’agave che consente di ottenere varianti uniche. La produzione iniziale conta 2.500 bottiglie, ma l’obiettivo è ambizioso: raggiungere le 10.000 unità entro il 2025, con una crescita prevista del 30% annuo. La strategia punta anche su mercati emergenti come Nigeria e Ghana, dove il lusso e gli alcolici premium stanno diventando uno status symbol, grazie all’influenza culturale di celebrità locali.
La Miradiva non si limita a puntare sulla qualità, ma investe in strategie di marketing non convenzionali. Tra le idee in cantiere, una tequila verde con note di mele e cioccolato e attività promozionali innovative. L’obiettivo? Rendere il brand riconoscibile e desiderabile, conquistando un pubblico giovane e sofisticato nei club più esclusivi del mondo.
