Home » Gnocchi, il trucco di Bruno Barbieri
“Giovedì? Gnocchi”! A Roma, in particolare a Trastevere, si dice così. Anzi, in realtà il detto recita precisamente: giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa.
La ragione è presto detta: mangiare un pasto sostanzioso come gli gnocchi serviva a prepararsi al giorno di magra in cui si mangia pesce. Sempre secondo la tradizione, il sabato era il giorno in cui si macellavano le carni e quindi si mangiavano le interiora degli animali.
Le ricette per preparare gli gnocchi sono svariate, molte si tramandando di generazione in generazione, e anche gli chef stellati della cucina italiana hanno messo in campo i propri segreti.
Uno di questi è il pluristellato Bruno Barbieri che, si sa, da buon bolognese, ha un vero e proprio culto per la pasta fatta in casa.
Partiamo dagli ingredienti base, per 4 persone ci vuole mezzo chilo di patate (pesate con la buccia), 150 grammi di farina e due cucchiai di uovo battuto.
Adesso proviamo a risolvere uno dei più grandi dilemmi di chi si accinge a preparare gli gnocchi: che tipo di patate usare?
Secondo lo chef Barbieri, per la riuscita perfetta del piatto occorrono patate vecchie, mai quelle novelle che contengono troppa acqua.
Un sistema poco usato, e poco conosciuto, è quello di usare patate che prima di essere “lavorate” siano state avvolte nella carta argentata per alimenti, adagiate su un letto di sale doppio e messe al forno.
Una volta preparati gli gnocchi, sotto l’occhio attento della nonna, o avvalendosi di un video tutorial, è possibile cucinarli in vari modi.
Ottimi alla sorrentina, cioè conditi con il ragù, la provola e il parmigiano. Messi in tegame di terracotta e passati al forno.
Una buona alternativa è di insaporirli con il pesto di basilico alla genovese, o con un sugo ai formaggi facendo amalgamare insieme la fontina, l’asiago e il parmigiano.
© 2023 Foodando - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Animalsland - Findyourtravel - Nearfuture - Worldculture
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