Home » Vini rossi, la riscossa dell’Amarone
Il re dei rossi veneti si evolve per adattarsi alle nuove esigenze del mercato, mantenendo i suoi punti di forza: equilibrio e territorialità. L’Amarone, dopo un calo del 12% delle esportazioni nel 2023, guarda al futuro con un nuovo stile, più contemporaneo e attento al valore.
Un cambio di rotta per il futuro: L’Amarone, dopo un decennio di crescita, ha subito una battuta d’arresto nel 2023, in linea con il trend negativo che ha colpito i vini rossi in tutto il mondo. Il Consorzio Vini della Valpolicella, durante l’annuale evento “Amarone Opera Prima”, ha tracciato un bilancio e indicato la rotta per il futuro.
“Dobbiamo fare un Amarone più contemporaneo,” ha affermato il presidente del Consorzio, Christian Marchesini. “Dobbiamo contenere il grado alcolico, rendere i vini più freschi e identitari, lavorando sia in vigna che in cantina.”
Meno appassimento, più territorio: Il vicepresidente Andrea Lonardi ha sottolineato la necessità di un cambio di stile: “Meno appassimento, più territorio, passando da un vino muscoloso a uno di prestigio e più identitario”.
I dati Usa confermano la tendenza: Il responsabile dell’Osservatorio Uiv, Carlo Flamini, ha evidenziato come negli Stati Uniti i vini rossi “mass market” siano in calo, mentre i vini premium nel canale Horeca (ristorazione, locali, hotel) tengono bene, con un aumento del 2%.
Identità e coerenza territoriale: il futuro dell’Amarone e dei vini rossi italiani in generale passa da qui, ossia dal coltivare forti valori di identità e coerenza territoriale e stilistica.
L’Amarone, con il suo nuovo stile più equilibrato, territoriale e di valore, è pronto ad affrontare le sfide del futuro e a conquistare i palati dei consumatori di tutto il mondo.
© 2023 Foodando - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Animalsland - Findyourtravel - Nearfuture - Worldculture
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