Home » Tempura giapponese: l’arte della frittura leggera
La tempura, contrariamente a quanto molti pensano, non ha origine in Giappone. Il suo arrivo in terra nipponica è attribuito ai missionari portoghesi nel XVI secolo, che introdussero tecniche di frittura simili durante la loro permanenza. Il nome stesso deriva dal latino “tempora”, che si riferisce ai giorni di digiuno durante i quali si consumavano solo pesce e verdure. Da questo incontro culturale, i giapponesi adattarono la ricetta, perfezionando la pastella e sviluppando una propria versione di tempura, più leggera e croccante.
Oltre al Giappone, la tempura è popolare anche in altri paesi asiatici. In Corea del Sud, esiste una variante chiamata “Twigim”, che include ingredienti simili come gamberi e verdure, ma spesso viene accompagnata da salse speziate. Anche nelle Filippine, influenzate dalla dominazione spagnola, si possono trovare versioni di fritture simili.
Oggi, la tempura è diventata un piatto apprezzato in tutto il mondo. Dai ristoranti giapponesi nelle grandi città europee e americane, fino agli esperimenti culinari di chef innovativi, la tempura ha saputo conquistare un pubblico internazionale, mantenendo sempre la sua caratteristica leggerezza e il contrasto tra croccantezza esterna e morbidezza interna. Un piatto che, pur nelle sue varianti, continua a rappresentare l’equilibrio tra semplicità e perfezione. La tempura giapponese ha conquistato il palato degli italiani, grazie alla sua leggerezza e croccantezza unica. Amata per la sua versatilità, si adatta perfettamente ai gusti locali, spesso abbinata a ingredienti freschi e di stagione. Ristoranti e chef italiani la reinterpretano con creatività, rendendola un must della cucina fusion.
© 2023 Foodando - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Animalsland - Findyourtravel - Nearfuture - Worldculture
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