Home » Castagna del Vulture nel registro PAT: la richiesta dei coltivatori
Il riconoscimento della Castagna del Vulture nel registro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani (PAT). Questa è la richiesta che oggi L’Associazione Castanicoltori di Melfi ha presentato alla Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Basilicata. L’iscrizione nel registro PAT della castagna del Vulture, usualmente chiamata Marrone, deve essere disposta dal
Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali in collaborazione con le Regioni. Infatti, nel registro sono iscritti solo quei prodotti che sono tradizionali e che sono ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, per non meno di 25 anni. Si tratta di alimenti profondamente legati al territorio, in particolare ad aree ristrette, e unici nel loro genere.
Quella dell’iscrizione al PAT è una tappa importante per la valorizzazione e la tutela di un prodotto che rappresenta un’eccellenza storica del territorio melfitano. L’obiettivo è quello di far conoscere maggiormente la castagna del Vulture e di promuovere iniziative ad essa legate. Si tratta di un’eccellenza di nicchia che potrebbe essere la base per una maggiore conoscenza del territorio del Vulture e dei prodotti enogastronomici della zona. La richiesta di iscrizione al registro dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani, avanzata dall’Associazione Castanicoltori Lucani e sostenuta dalla Coldiretti e dalla Regione Basilicata non solo punta alla certificazione del prodotto prevista dal Ministero ma vuole anche sensibilizzare i castanicoltori all’utilizzo di esche feromoniche per la cattura degli insetti che danneggiano le castagne, così da intervenire con i loro antagonisti.
I castagneti della zone del Vulture si estendono tra i comuni di Atella, Barile, Rapolla, Rionero in Vulture e Melfi. A questa coltura sono destinati oltre 2 mila ettari di terreno e la produzione risulta particolarmente redditizia. Infatti, qui si possono raggiungere anche i 40 quintali per ettaro, rispetto a una produzione media di circa 25-30.
© 2023 Foodando - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Animalsland - Findyourtravel - Nearfuture - Worldculture
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